Falesie di Albenga

In questi giorni di Pasqua abbiamo visitato le falesie della zona di Albenga, ovvero quello che viene denominato “oltre Finale”.
Nella mattina di sabato, dopo esserci fermati come tappa obbligata a Finalborgo, anche per acquistare la guida relativa alla zona dove ci stavamo dirigendo, e che ancora non avevamo con noi, siamo ripartiti verso Albenga.
Con tutte le falesie riportate nella guida, siamo stati presi veramente dall”imbarazzo della scelta, così, non conoscendo niente della zona, non essendoci mai stati, abbiamo iniziato da una di quelle che ci sembravano più alla nostra portata, ovvero dalla falesia “Telematica” nella zona di Castelbianco.
Ogni falesia ha un nome al quale fanno riferimento le vie, per esempio qui si possono trovare MP3, Download ecc., con chiodatura recentissima e ben eseguita.
Pieno di stranieri, tedeschi, austriaci, svizzeri, e qualche torinese.
L”ambiente è bellissimo, la Val Pennavaira ci fa rimanere a bocca aperta e con il naso all”insù, guardiamo a destra e a sinistra tutte le belle pareti che incontriamo, vicinissime alla strada, o lontane, nascoste all”interno della valle, che ogni tanto si lasciano intravedere ai nostri occhi’, ‘.
La falesia “Telematica” presenta tutti monotori, di varie difficoltà, un po” sopravvalutate, a dire il vero, rispetto a quelle effettive, come ci hanno confermato anche i torinesi che si trovavano li, e che sono degli abituè della zona (considerate che al Trucione sarebbe venuto tutto a vista: 6a, 6b, 6b+….qualcosa non torna!!). Ma ci hanno assicurato che non è dappertutto così, anzi attenzione!!!
Poco prima di arrivare, abbiamo trovato anche il piccolo settore “Caprette”, con belli strapiombi e con vie di più elevato grado.
Per entrambe le falesie la roccia è bella, il sentiero di avvicinamento è comodo e in poco tempo ne raggiungiamo la base.
La macchina si lascia in località Colletta Alta, un bellissimo paesino medioevale, tutto ristrutturato, con miniappartamenti che affittano ai turisti. Un vero gioiellino…
La giornata trascorre a meraviglia, anche se il tempo non è proprio dei migliori, ma per fortuna non piove.
L”arrampicata è caratterizzata da prese piatte e svase, obbligatorio buon movimento di piedi!!!
Al nostro rientro all”auto decidiamo di trovare un campeggio nella zona di Albenga, vicino al mare, per poi proseguire l”indomani nella perlustrazione di qualche altra falesia interessante.
Infatti la domenica mattina partiamo alla volta di Toirano, vicino alle grotte, dove ci sono tantissime falesie da scalare, in un ambiente a dir poco strepitoso.
L”auto si lascia al parcheggio delle grotte, e deve essere ritirata entro le 18, ora di chiusura del cancello, altrimenti il pernotto in macchina è assicurato.
Da qui si parte, sempre con comodo sentiero, alla volta della falesia “Gumbi”, anche in questo caso chiodatura recente, un po” più distante rispetto a quella trovata a Telematica, per poi proseguire verso “Arena”, “Sasso del Rio”, “Grotta dell”Ulivo” e settore “Placca Curzio”.
Qui i gradi sono esatti, la roccia diversa, diversa anche spostandosi da un settore all”altro, con progetti in corso, vie da liberare, insomma ancora un cantiere in fase di sviluppo, ma veramente eccezionale.
Il tempo scorre veloce e purtroppo arriva l”ora di ritornare alla macchina, per non rischiare di rimanere chiusi all”interno del parcheggio.
A malincuore torniamo indietro, con la curiosità di vedere gli altri settori che, da dove siamo arrivati, continuano verso l”interno della valle… ma sarà per la prossima volta.
Una visita ad Alassio e poi rientriamo al campeggio, di nuovo con la guida in mano per vedere dove andare l”ultimo giorno, il lunedì, prima di ritornare a casa nel caos delle code del rientro.
Alla mattina dopo aver sbaraccato il campo, ci siamo diretti di nuovo verso la Val Pennavaira in quel di Nasino, per vedere i settori che nella guida vengono descritti come imperdibili, e quindi anche se con poco tempo a disposizione ci siamo diretti verso la falesia di “Euskal”, “Colosseo” e “Rocca della Basura”, l”una di seguito all”altra.
Ancora roccia diversa, con concrezioni e bombamenti eccezionali, strapiombi, placche, pareti verticali, con vie di difficoltà varie, ma veramente con un senso di capogiro che ci assale mentre ci troviamo di fronte a questi maestosi anfiteatri.
Abbiamo arrampicato poco, abbiamo osservato parecchio, abbiamo sognato, e purtroppo siamo dovuti venir via da quella che ormai ci sembrava un po” casa nostra, questa veramente è stata la sensazione principale…
Consigliato:Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.

Andrea e Tiziana.’

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